70

La gente parte e si sposta con la stessa facilità con cui respira.
Lei stava morendo di paura.
L’ultimo viaggio da sola, a maggio, era stato una tragedia. Stava talmente male da non ricordare quasi niente di quei giorni a Roma. Era presente con il corpo, mentre la mente era occupata a tenere a bada l’ansia e a paura.
Si era allontanata altre volte dopo, ma c’era stato sempre qualcuno vicino a lei e questo era bastato a farla stare tranquilla.
Adesso avrebbe dovuto affrontare queste 48 ore da sola. Già perché di 48 ore si trattava. Non di più.
Per il mondo era un timore assurdo e lei non poteva nemmeno esprimerlo pena il rimprovero o la riprovazione.
Lavinia alla fine non si era fatta sentire,forse aveva fatto tardi o probabilmente la stava “estinguendo” anche se avevano concordato che per quei tre giorni non l’avrebbe fatto. Ma alla fine poco importava.
Nel pomeriggio Sandra non era stata bene e lei nonostante le si chiudessero gli occhi era stata li, a cercare di farla ridere, di tranquillizzarla.
Alla fine c’era anche un po’ riuscita e le aveva promesso che le sarebbe stata vicino , che avrebbero camminato insieme e che sarebbe stata meglio.
Non erano parole vuote. L’avrebbe fatto veramente, non voleva lasciare indietro le persone che amava.
Ok stava piangendo, non riusciva a tranquillizzarsi, forse era anche un po’ arrabbiata. Avrebbe voluto un abbraccio. Ogni volta che doveva allontanarsi, riaffiorava il ricordo di quella gita di quinto ginnasio a cui lei non voleva assolutamente partecipare e al momento di partire si era letteralmente barricata dentro casa e poi attaccata con tutta la sua forza agli stipiti della porta pur di non andare. I suoi non avevano ammesso ragioni. Dopo più di vent’anni era ancora un incubo ricorrente.
Forse era questo che aveva sognato nel pomeriggio, in quella mezz’ora di sonno agitatissimo interrotto d una telefonata della bionda tredicenne che chiedeva di essere ripresa da scuola. In fondo l’aveva salvata. Ancora una volta.

24 pensieri su “70

  1. Si, ma è che (poi magari cancella i commenti se non ti va di lasciarli visibili) è che io non ho capito proprio tutto della tua situazione. Per questo ho paura a volte di darti consigli. e per questo ti avevo detto di scrivermi per mail.

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      • Più che altro da quello che ho capito è che tu “non puoi”, “non vuoi” sbilanciarti mai troppo nel blog. Giustamente forse. Per te stessa, per la situazione, perchè comunque sei grande, per un po tutto. In più questo blog lo hai da poco tempo quindi tutta la tua storia non si può conoscere. Si leggono i traumi, e molte cose brutte che sono successe, e che stanno succedendo, e le cose che provi. però non si leggono i perchè a volte. Tua figlia, o comunque qualcuno ti ha salvato. Da cosa? Dalla paura e dall’ansia (forse)… ma per cosa? Cioè c’è qualcosa che mi manca. Un pezzo. Io non sono la tipa che ti riesce a scrivere “stai tranquilla tutto passa”. Perchè come mi hai scritto tu, per quelle come noi, la maggior parte delle volte “non è vero che non è niente”.
        E’ sempre qualcosa. “C’è qualcosa”.
        Quindi io ti dico che tipo io credo che “quel qualcosa” la maggior parte delle volte si affronta.
        Vorrei, quando vuoi, sapere quali sono i “qualcosa” tuoi del passato.
        E così se vuoi possiamo confrontarci.

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  2. E comunque invece un altra cosa anche: i viaggi da sola. Io ne ho fatto la prima volta uno a Berlino. Di 10 giorni. Mmm… In realtà anche quello era una sorta di pellegrinaggio perchè me lo aveva consigliato Kathe. Però sono andata sola. Ricordo che tenevo un diario. Scrivevo tre o quattro volte al giorno. Quello mi aiutava a “stare sul pezzo”. A non “perdermi troppo nei miei pensieri”. E in più ascoltavo la musica. E guardavo posti e mostre. Tu vai per lavoro? Non riesci a trovare momenti anche per te? Io ti dico poi come ho fatto io, non è detto che faccio bene eh..

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    • vado per un corso di aggiornamento. Non avrò nemmeno tempo di capire dove mi trovo. In 48 ore risalgo lo stivale dalla sicilia a Bologna, seguo il corso e riscendo. Il mio problema è proprio allontanarmi. Il pensiero di allontanarmi mi mette paura. Dieci giorni per me sarebbero improponibili. Comunque si scriverò…

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      • Bologna! Vai nella città più bella che possa esserci. Ti faccio fare un pellegrinaggio. Domani mattina ti posto delle foto se le trovo, ma le trovo, di come è bella bologna (quando non ti fai) così ti tranquillizzi. E’ la città che a me mi ha fatto innamorare. Che cavolo. L’amore nasce a Bologna, e muore a Parigi. 🙂

        Capisco comunque l’ansia del distacco, e di dover fare tutto di fretta.
        Capisco da una parte, e dall’altra è lungi da me perchè io sto veramente meglio lontana dalla famiglia.
        (Anche se sono una che non esce mai di casa: “stare in casa is the new uscire”)

        Fatti una bella playlist di canzoni così ti ricordi del viaggio e identifichi le canzoni con il viaggio.

        Io credo che può essere una bella opportunità.

        Ci ho fatto le più belle cose a bologna. Anche le più brutte. Ma pensiamo alle più belle ora.

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      • Sì sarà una cosa bella e molto interessane. Sono anni che voglio conseguire l’attestato di mediatore apprendimento. Dovrò tornarci altre due volte nei prossimi 30 giorni sempre per questo corso, ma la prox volta spero di riuscire a stare un giorno in più e visitarla almeno un pochino. Questa volta non potevo prendere giorni dal lavoro. Poi mi consigli dove andare.

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      • 🙂 … Si ma le foto volevo, anzi poi le metto per tranquillizzarti, per farti vedere che “lontano non è brutto, e che 48 ore non sono tante per bologna” (con i saldi poi…). 🙂

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  3. Più che altro non posso, per il mio lavoro soprattutto. Nessuno che conosco sa dell’esistenza di questo blog, a parte la mia psicoterapeuta, Lavinia.
    Nel blog che avevo precedentemente qualcuno mi ha riconosciuta e l’ho chiuso. Di ferite ce ne sono state tante. Alcune rimarginate, altre meno.
    Te le voglio raccontare, spero di riuscirci in questi giorni.
    Come va la schiena?

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  4. Anch’io voglio sapere come va!! Ti fa stare meglio scriverci qui?? E i bambini con cui stai, pensi a loro quando stai male, a quando stai bene con loro?
    Non so che consigli darti, però io ti leggo, e non sono l’unica 🙂
    Un abbraccio
    Sii coraggiosa, alla fine ce la fai.

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